sabato 5 febbraio 2011

Per viaggiare davvero i viaggiatori non devono avere
nulla da perdere. Ma neanche da cercare. Sono queste
le idee che ho in testa mentre la guagua svolta
sotto le nubi che avvolgono il picco della montagna.
La corriera scende lungo i tornanti avvolta da
scrosci d’acqua che fumano, per l’umidità, con l’effetto
di un bagno turco.
Baracoa è laggiù, schiacciata nella mezzaluna
della baia, in fond

o alla montagna. Un nome che mi
fa pensare al tronco di una pianta misteriosa, invisibile
e notturna, che galleggia in mezzo a un mare
placido e sconosciuto. (da ''Le cere di Baracoa'', ed. Mursia 2009)